Bari, Terni e...guai. Quante volte è successo nella lunga storia calcistica biancorossa. Sembra una tappa stregata, il 'Liberati' molto spesso un campo stregatissimo: pochissime gioie, diverse e cocenti al contrario le delusioni. Non c'è solo il 2-2 di ieri sera che, di fatto, riduce davvero al lumicino le possibilità di rimonata verso la Reggina, che può contare su un vantaggio di +10 ad altrettanti turni dalla fine della regular season. Va difeso, con i denti ma anche con fiducia, il secondo posto. La squadra di Vivarini ha tutte le qualità per poi puntare al salto di categoria. 

Ma torniamo alla cabala storica. Dolorosa la sconfitta del 7 marzo 1993: i biancorossi, lanciati verso una buona rimonta per la A con Materazzi in panchina, persero contro i rossoverdi allora in pieno disarmo a causa di una turbolenta situazione finanziaria ed ultimi in classifica. Finì con un clamoroso 1-3 finale, tra lo stupore generale. Fatale, ai fini della promozione finale in A, fu anche il ko del dicembre 1970: anche un solo punto in più a fine stagione, per i ragazzi di Toneatto, sarebbe significato il ritorno in massima serie dopo un solo anno. Quindi i giorni più recenti: storica vittoria nel 2014, anno della 'meravigliosa stagione fallimentare' , poi surclassata da altri due ko consecutivi, entrambi con Nicola in panchina, in Serie B. Nel 2014/15 significò l'abbandono di concrete speranze playoff, nel 2015/16 fece finire sulla graticola il tecnico ora al Genoa (esonerato comunque a fine dicembre da Paparesta).

Ed oggi, con Vivarini, un 2-2 che fa male e che impedisce ai galletti di sbloccarsi in trasferta. Ma c'è tutto affinché ci si possa godere un finale felice. La strada è ancora lunga e dipende tutto da Laribi e soci. Comunque, con gli umbri, si è in vantaggio negli scontri diretti (il che non è da buttare). 

Sezione: Bari / Data: Gio 27 febbraio 2020 alle 15:30
Autore: Domenico Brandonisio
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