A tutto Volume: l’ex direttore sportivo di Taranto e Matera, ai microfoni di TUTTOcalcioPUGLIA.com, ha fatto il punto della situazione sui campionati di C e D, ormai agli sgoccioli.
Direttore, come giudica il campionato del Taranto? Si aspettava qualcosa di più dalla squadra ionica?
"Penso che il Taranto abbia fatto un grandissimo campionato. Credo che, innanzitutto, sia riuscito a scovare un talento tarantino come Gigi Panarelli: ha fatto bene lo scorso anno e si è confermato quest’anno sulla panchina rossoblù. I numeri sono a favore del Taranto. Purtroppo, però, i campionati si giocano con le altre squadre e capita che piazze che non hanno la pressione fanno meglio degli ionici: io credo che il Taranto sia più forte del Picerno ma deve lottare, molto spesso, col suo stesso nome, col suo blasone e con la sua storia. Nella sfida contro il Gravina, dove l’avversario giocava col sangue agli occhi, avrebbe dovuto disputare quella partita come se fosse uno spareggio per accedere alla Champions League. Io penso che questo campionato possa ancora riservare delle sorprese: credo che il Sorrento possa fermare il Picerno e sono convinto che stare sul pezzo, in questo momento, sia la cosa migliore per far capire ai magnifici tifosi del Taranto che c’è la possibilità di continuare a fare bene sia in queste ultime partite ma, soprattutto, nel futuro”.
La rincorsa del Taranto sul Picerno: non guadagnare punti nonostante un trend quasi perfetto è logorante, soprattutto dal punto di vista psicologico.
“Sì, soprattutto se ti chiami Taranto ed hai una tifoseria che ti segue ovunque, ti riempie gli spalti e ti mette tanta pressione. Purtroppo, se in dodici anni nessuno è riuscito a vincere questa categoria, c’è qualche domanda da farsi, oltre l’aspetto tecnico: il mister ha dato tutto, i giocatori hanno dato tanto e la dirigenza ha fatto un lavoro egregio, investendo denaro ed organizzando al meglio la società. Il Taranto è una delle società più organizzate del campionato, anche dal punto di vista estetico: sono i piccoli dettagli che fanno la differenza”.
I fratelli Grieco hanno investito molto nel progetto del Cerignola: come giudica la loro stagione?
“Secondo me non hanno speso tanto durante la stagione: se dovessi stilare una classifica sulle spese delle varie società, piazzerei il Cerignola in quarta posizione. Non mi posso aspettare tanto dagli ofantini: per me sono una squadra provinciale, stanno facendo bene e la loro programmazione, prima o poi, sarà premiata con la promozione in Serie C. Ci stanno provando da due anni e, alla lunga, arriverà la promozione nei professionisti anche per loro”.
Il Picerno si è rivelata la vera e propria sorpresa del campionato: è al comando da 24 giornate e sta portando a casa una promozione meritata.
“Nella mia esperienza al Matera, vincemmo un’amichevole col Picerno per 3-1: in quell’occasione, mi complimentai con la squadra ed il mister Giacomarro e dissi loro che potevano essere protagonisti in campionato. Il Picerno ha un solo fattore a favore: essere libera mentalmente. Non devono dare conto a nessuno e non hanno alcun dovere verso il pubblico: qualsiasi cosa venga fatta a Picerno, è un risultato importante per loro. Nessuno si aspettava che i lucani potessero giocarsi, fino alla fine, il campionato: sono una bella realtà, ben organizzata ma credo che il Taranto avrebbe meritato più del Picerno la promozione in Serie C”.
Il punto di penalizzazione inflitto al Taranto a metà febbraio può aver destabilizzato, psicologicamente, gli uomini di Panarelli?
“Non penso possa aver influito sulla squadra: il lavoro, nella passata stagione, è stato svolto nella maniera più precisa e meticolosa possibile. Era ovvio che quel punto venisse restituito agli ionici: c’erano tutti i presupposti e le carte che testimoniavano gli avvenuti pagamenti. Nella programmazione del Taranto ci sono due giocatori fondamentali per il progetto degli ionici: D’Agostino e Favetta. Quest’anno, questi due ragazzi, insieme al lavoro dell’allenatore, hanno fatto la differenza: nella passata stagione, sono state gettati le basi per questo campionato e, statisticamente, sono loro che hanno trascinato il Taranto. Riportai in Puglia anche Marsili e Pellegrino che credo sia uno dei portieri più forti per la categoria”.
Qual è il suo pensiero, invece, sui nuovi criteri adottati dalla Lega Pro circa la formula delle retrocessioni e dei ripescaggi?
“Credo che, quest’anno, non ci saranno ripescaggi: facendo due conti, tra le squadre che dovrebbero retrocedere e quelle che saliranno in Serie C, non vedo grandi possibilità di presentare domanda per il ripescaggio. Sostengo che le squadre debbano guadagnarsi la promozione, sia dentro, sia fuori dal campo: è anche vero che alle società come il Taranto, che investono tanto in un campionato di Serie D, dovrebbero permettere per il solo blasone di avere una sorta di corsia preferenziale per salire, ovviamente mettendo sul banco tutti i conti in regola altrimenti si rischia di assistere ad altri casi Matera e Pro Piacenza”.
Sguardo alla Serie C: Catania e Trapani si trovano ad inseguire la Juve Stabia, capolista del girone C.
“La Juve Stabia ha una squadra devastante: hanno un’ottima organizzazione di gioco, una manovra molto fluida e dei calciatori importanti che stanno facendo la differenza in questo campionato. E’ sempre un discorso di programmazione: quando si concorre per i primi posti, per più anni consecutivi, prima o poi il traguardo lo si ottiene. Sono riusciti quest’anno, complici un girone un po' particolare a causa dei tanti rinvii delle partite, ad immettersi subito sulla strada della vittoria. Devo fare anche un plauso a Fracchiolla, ex diesse della Virtus Francavilla: ha portato in Puglia dei calciatori importanti e che stanno facendo la differenza con la squadra di Trocini, come Sarao e Partipilo. I miei complimenti vanno anche al Rieti: nel girone di ritorno sono stati strepitosi ed il merito va anche ad un tecnico preparato come Capuano. Occhio anche alla Viterbese di Calabro: potrà dire la sua, fino alla fine del campionato. Per blasone, credo che Trapani e Catania possano contendersi con la Viterbese la promozione in Serie B”.
Il Monopoli, invece, poteva osare qualcosa di più?
“Sapevo che il Monopoli poteva crescere e mollare da un momento all’altro, è la storia di quella squadra da qualche anno a questa parte: ottenere la salvezza prima che termini il campionato ed essere vicini alla zona playoff, per una cittadina piccola come quella biancoverde, è già un bel successo”.
Qual è il futuro, invece, di Luigi Volume?
“Presto tornerò in campo: ci sono delle proposte in cantiere e mi riservo di valutarle nelle prossime settimane”.
Autore: Christian Cesario / Twitter: @otherside1993
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