Vittorio Galigani, ex Direttore Generale del Taranto, nonchè grande esperto di calcio giocato e dirigenziale essendo stato in passato in grandi piazze come Milan, Perugia, Pescara, Verona, Ternana, Trapani e Cagliari, ai microfoni di TUTTOcalcioPUGLIA.com, ha parlato della situazione relativa ai vari campionati, soffermandosi sulla Serie D ed, in particolar modo, sulla squadra del presidente Giove.
Partiamo dall'Emergenza Coronavirus: ad oggi, qual è la soluzione migliore per concludere i campionati?
“L’Emergenza Coronavirus è diventato un ritornello: è giusto tornare a giocare perché, intorno al calcio, ruotano tantissimi interessi. Ci sono tante attività che, grazie al calcio, producono ricavi: penso ai trasporti, agli alberghi ed ai ristoratori che, con il loro lavoro, permettono anche di poter produrre dei benefici verso altre aziende. Sarebbe opportuno far riprendere tutto il prima possibile, salvaguardando la salute degli italiani, e tornando quanto prima a giocare: la volontà del mondo del calcio, soprattutto in Serie A, è quella di tornare a giocare”.
Sui campionati professionistici e dilettantistici, invece?
“Dobbiamo rifarci a questo protocollo che è stato presentato dai medici della FIGC: le società di C e D non sono in grado di rispettarlo e, pertanto, ritengo che questi due campionati non riusciranno a ripartire con le attività. In Serie A, si faranno, invece, dei sacrifici, pur di arrivare a questa ripartenza della stagione”.
In Serie C si è, addirittura, pensato all'idea di un sorteggio per stabilire le squadre promosse in Serie B: cosa ne pensa?
“È un’uscita impropria di Ghirelli, non c’era motivo di dichiarare una cosa del genere: non si possono prendere in giro i presidenti dopo che hanno investito soldi per creare delle squadre competitive ed oggi si trovano, magari, a sperare di essere sorteggiate. Sorteggiare la quarta promossa mi sembra una presa in giro, sia per il sistema calcio ma, soprattutto, nei confronti dei presidenti: poi, il calcio è fatto di mille sfaccettature. Mai dire mai”.
Le classifiche dei campionati dilettantistici andrebbero cristallizzate? Come dovrebbero essere stabilite eventuali graduatorie per i ripescaggi tra i professionisti?
“Credo sia scontato che le classifiche, non potendo rispettare i protocolli presentati della FIGC, vengano cristallizzate. Vanno rispettate le squadre che sono prime in classifica, promuovendole; sento parlare anche della possibilità che le seconde vengano considerate come vincitrici di ipotetici playoff. Bisogna solo rimettersi alle decisioni di Luigi Barbiero e Cosimo Sibilia: tutti hanno fiducia nelle loro capacità e le loro scelte andranno accettate, in un modo o nell’altro”.
Rimanendo in Serie D, come giudica l'annata del Taranto?
“È stata un’annata particolare: grandi prospettive all’inizio, con Giove che non aveva lesinato investimenti. Tutti in estate davano il Taranto come squadra vincitrice del campionato ma il campo ha dato un verdetto diverso: i risultati non sono stati all’altezza delle aspettative e dei sacrifici finanziari che aveva fatto la società. Qualche giocatore, nel rendimento, è venuto meno e, purtroppo, la classifica rispecchia il comportamento avuto durante la stagione”.
Cosa non ha funzionato nella stagione degli ionici?
“Non è il caso che io mi metta a criticare sull’operato altrui: l’andamento della stagione è sotto gli occhi di tutti e non sarebbe rispettoso giudicare chi ha operato. Io conosco le cose del recente passato, non quelle di inizio stagione: bisogna dire che la società aveva stilato un programma importante e Giove aveva fatto dei sacrifici notevoli. Purtroppo, però, il tempo non gli ha dato ragione”.
Un campionato al di sotto delle aspettative per la squadra del presidente Giove: da dove bisogna ripartire per provare a riconquistare la Serie C?
“Innanzitutto, proprio per ciò che sta accadendo in queste ultime settimane, sarà un calcio diverso da quello del passato: tutti i presidenti sono d’accordo nel fare degli investimenti più contenuti e retribuire i calciatori in maniera diversa. Anche la categoria dei giocatori dovrà contenere le sue richieste, dalla Serie A in giù. In virtù di queste basi, si potranno stilare dei progetti".
La sua figura è stata spesso accostata a ruoli dirigenziali legati alla società rossoblù: che rapporto ha con Massimo Giove?
“È un rapporto d’amicizia: quando lui mi chiede, come accaduto nel recente passato, una consulenza o un intervento di natura gestionale, mi adopero secondo la mia esperienza, fornendo un parere. Quando Giove me lo chiede, mi presto a qualche consiglio”.
Lei è oramai un tarantino d'adozione, com'è nato e su quali basi continua la sua relazione con la piazza rossoblù?
“Sono sempre stato molto legato alla piazza di Taranto. Dalla prima esperienza avuta 35 anni fa, quando disputammo gli spareggi a Napoli contro la Lazio ed il Campobasso, arrivai insieme a Nando Veneranda: facemmo un girone di ritorno eccezionale e riuscimmo ad ottenere la salvezza. Da lì è nato un rapporto di amore calcistico per la città: abbiamo vinto un campionato negli anni successivi, c’è stata l’esperienza con Gigi Blasi dove tutti sappiamo i risultati. Vivendo a Taranto da trent’anni, ho un rapporto affettivo verso i colori rossoblù ed è un qualcosa che va oltre la semplice attività professionale: calcisticamente, tengo più al Taranto rispetto ad altre squadre dove ho lavorato”.
Ci sarebbero gli spiragli per rivederla all’interno dello staff dirigenziale della società ionica?
“Programmare il futuro non è possibile. Mi fa piacere questo ruolo che mi ha ritagliato Giove: spero di potermi rendere utile per quelle che sono le esigenze del Presidente e il tempo di dirà se ci saranno altre possibilità di collaborazione o meno. Sono contento, in ogni caso, di essere vicino alle vicende del Taranto”.
Autore: Christian Cesario / Twitter: @otherside1993
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