Gabriele Gravina è il nuovo presidente della FIGC. Candidato unico per la parte residua del quadriennio 2016/2020 dopo il Commissariamento dei mesi scorsi, l’ex numero uno della Lega Pro è stato eletto al primo scrutinio con il 97,20% dei voti (2,80% le schede bianche).
L’elezione di Gravina ha chiuso l’Assemblea elettiva che si è tenuta nella consueta cornice dell’Hotel Hilton Rome Airport di Fiumicino davanti a tutto il gotha del Calcio italiano e internazionale, dal presidente della FIFA Gianni Infantino al vice segretario Zvonimir Boban, dal membro del board internazionale Evelina Christillin al direttore delle competizioni UEFA Giorgio Marchetti e al responsabile UEFA per lo sviluppo delle federazioni nazionali Thierry Favre. Con il numero uno del CONI Giovanni Malagò seduti in sala anche il rappresentante del Governo Simone Valente, gli ex presidenti federali Matarrese, Carraro, Abete e Tavecchio e i vertici delle componenti federali al completo. Per la FIGC presenti il commissario straordinario Roberto Fabbricini, i vice commissari Alessandro Costacurta e Angelo Clarizia e il direttore generale nonché vice presidente UEFA Michele Uva.
A presiedere l’Assemblea Mario Pescante che, accolto dall’applauso della sala, ha annunciato il congedo dopo 60 anni di militanza da dirigente sportivo. Il numero uno del CONI e membro CIO Giovanni Malagò ha aperto la lunga serie di interventi ringraziando il commissario straordinario Fabbricini e i vice Costacurta e Clarizia per il lavoro svolto negli ultimi mesi: “Oggi è un giorno molto importante, un giorno di festa, con un'atmosfera propositiva, di condivisione. Ho sempre sostenuto in questi mesi che è indispensabile avere un presidente appoggiato al massimo dalle componenti. Il programma di Gravina è ambizioso, come è giusto che sia: il calcio italiano attraversa un momento nel quale bisogna cercare di remare tutti nella stessa direzione".
Poi spazio ai vertici del calcio internazionale, con le parole del presidente FIFA Gianni Infantino e del direttore delle competizioni UEFA Giorgio Marchetti: “Il commissariamento è una sconfitta – ha dichiarato il numero uno della FIFA - ma ora siete qui e sta a voi cambiare le cose. Deve essere il calcio dal suo interno a risolvere i propri problemi, non serve una tutela esterna. La FIFA è con voi, è qui per aiutarvi perché il calcio mondiale ha bisogno di una federazione italiana forte. Ho visto il programma di Gravina, è molto ambizioso e avrà bisogno di tutti voi: ci sono riforme da realizzare e il bisogno di far crescere l'amore della gente per il calcio. Questa è la responsabilità più grande, anche se a volte ci dimentichiamo di essere al servizio di milioni di appassionati”. Dopo aver portato il saluto del presidente Aleksander Ceferin, nel fare l’in bocca al lupo al nuovo presidente Marchetti ha ricordato i brillanti risultati raggiunti nell’ultimo anno dalle quattro nazionali giovanili finaliste dei rispettivi Campionati Europei e della Nazionale Femminile, che quest’estate tornerà a disputare il Mondiale a vent’anni di distanza dall’ultima volta.
Anche il commissario straordinario Roberto Fabbricini ha sottolineato gli obiettivi centrati, ma anche le diverse problematiche affrontate nel percorso commissariale iniziato lo scorso 1° febbraio: "Durante il mio mandato ho sempre rispettato l'indipendenza e la terzietà degli organi di giustizia. Comprendo benissimo i giudizi soggettivi sul commissario, ma alcuni di questi, seppur legittimi, sono stati improntati a posizioni precostituite e in certe occasioni sono prevalse le contrapposizioni. La Serie B a 19 squadre è stata l'origine di tanti problemi e di una mia forte autocritica. Questo nasce innanzitutto dalla mia convinzione che i diritti sportivi debbano essere acquisiti solo sul campo, poi dalla volontà della Lega B di non procedere ai ripescaggi, una brutta parola, e infine dalla convinzione che questa decisione sia il primo grande passo sulla via della riforma dei campionati da tutti da tempo auspicata e poi mai affrontata nel concreto".
Fabbricini ha poi fatto gli auguri a Gravina per il lavoro che lo aspetta, ha ricordato la nomina di Roberto Mancini alla guida della Nazionale (“che ci permette di guardare al futuro con fiducia") e ha ribadito la bontà di alcune riforme: “Rivendico con convinzione alcune delle cose fatte in questi nove mesi, a partire dall'attenzione data al calcio femminile, dove si sono fatti notevoli passi avanti e investimenti. La riforma delle seconde squadre ha un valore maggiore rispetto alla sola società (la Juventus, ndr) che ha deciso di avvalersene quest'anno: sentire oggi che in Italia non ce ne era bisogno mi sembra paradossale".
Tutte schierate con Gravina le componenti federali, con l’appoggio annunciato in mattinata anche da parte dell’AIC. Sul palco a confermare il loro sostegno il presidente della Lega A Gaetano Micciché, il presidente della Lega B Mauro Balata, il vice presidente vicario della Lega Pro Mauro Grimaldi, il presidente della Lega Nazionale Dilettanti Cosimo Sibilia, i presidenti dell’Associazione Calciatori (AIC) e dell’Associazione Allenatori (AIAC), Damiano Tommasi e Renzo Ulivieri e il numero uno dell’Associazione italiana arbitri (AIA) Marcello Nicchi.
Prima di raggiungere il quorum già alla prima votazione, Gravina ha spiegato come coesione e sostenibilità siano le parole chiave per ripartire: “Essere qui è per me il completamento di un percorso umano e sportivo. La maglia azzurra, simbolo della nostra istituzione federale, muove i sogni di ogni bambino e sarà per me un privilegio poterla onorare. Ringrazio i fidati compagni di viaggio in un percorso tortuoso, ma che oggi finalmente ci vede compatti per ripartire. Ce lo chiede il Paese e ce lo chiede il contesto internazionale. Oggi sento più forte che mai la responsabilità, la forza di fare un programma chiaro, deciso e condiviso. È il momento di avere il coraggio di gettare il cuore oltre l'ostacolo. Dobbiamo fare squadra tra di noi e con tutte le istituzioni che ci sono vicine, con il CONI e con il Governo. Il calcio non si gioca da soli”.
Il nuovo presidente ha le idee chiare su quale debba essere la strada da seguire: “Il calcio che vorrei è quello dei giovani, dello sviluppo del talento, quello che non fa differenze di genere e punta a sviluppare sempre di più il calcio femminile. Il calcio che vorrei è sostenibile, ogni componente è un pezzo del mosaico, è quello delle famiglie che si avvicinano ad un ambiente etico, ed è in grado di fare impresa. Il calcio che vorrei si gioca in impianti funzionali e moderni, che rivede l'Italia nella grandi competizioni internazionali".
La FIGC riparte da Gabriele Gravina e l’elezione con il 97,20% dei voti è un segnale incoraggiante per il futuro del calcio italiano.
Autore: Dennis Magrì / Twitter: @MagriDennis
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