Esame di maturità fallito miseramente, per Fabio Grosso. L'ex tecnico del Bari, quest'anno, aveva ricevuta la fiducia del Verona, compagine retrocessa dalla Serie A e desiderosa di risalire subito. Ma a conti fatti il tecnico di origini abruzzesi non si è rivelato all'altezza del compito. Per una serie di motivi: scarsa comunicazione, poche idee, troppi cambi tecnico-tattici, rinuncia di pedine importanti come Di Carmine o Pazzini. Risultato? Zona playoff, ma certezza di qualificazione da guadagnare fino alla fine. 

Un film analogo a quello già visto a Bari nella passata stagione. Un anno dopo non ci sono nemmeno gli alibi societari. E se i biancorossi non hanno mai avuto una squadra ammazza-campionato neppure sulla carta, gli scaligeri sono stati invece attrezzati per ben altro. Onore al Brescia e al Lecce, ora prime due forze della B (dai 14 ai 17 punti di distacco sui gialloblù, ça va sans dire): sono li dove sono con merito. Inizialmente si sperava che la parentesi pugliese potesse essergli stata di insegnamento per apportare importanti accorgimenti in futuro. E così ad ora non è stato: inutile trincerarsi o ripetere i soliti banali ritornelli soprattutto quando le cose non vanno. 

La storia è piena di esempi di profili che da calciatori hanno vinto tanto o tutto e poi...hanno miseramente fallito come allenatori. Non basta un titolo di campioni del mondo per essere al di sopra di tutto. La gavetta, tranne rarissimi casi, è indispensabile. E piazze come Bari e Verona, ricche di calore, blasone ed aspettative, non sono per tutti. Non per forza al primo colpo. Neppure se ti chiami Fabio Grosso. 

Sezione: Bari / Data: Gio 02 maggio 2019 alle 18:30
Autore: Domenico Brandonisio
vedi letture
Print